La gazzella ed il leone
Ci sono alcuni artisti dotati di un’attitudine naturale verso la pittura. Quest’inclinazione che è vocazione ed istinto, scaturisce noncurante di fatti che potrebbero svilire la portata della rappresentazione. Quella di Umberto Ippoliti è un’arte lontana da scuole, stili e tendenze. Una pittura urlata, fuori dall’effetto ultra mondano dell’obbligata denominazione stilistica.
Pittura selvaggia metropolitana. Artista ombroso ma colto. No, le scuole, no, le ragnatele delle accademie non servono a quell’artista\lupo solitario che per scelta di vita ha deciso di seguire il periplo di un cammino in salita. Ma la sua non è una solitudine disperata. E’ un’esigenza, il modo di trovare qualcosa di inespresso, inesaudito.
La pittura di Ippoliti è leggerezza e spostamento. I soggetti, le rappresentazioni, fluttuano come in una massa d’aria fatta di colore. Nelle caravelle (1989-90) la pesantezza dei materiali non altera la struttura dell’opera: la matericità sembra fluttuare in un luogo che è luogo della coscienza. A testimonianza di questi anni vissuti con la pittura addosso restano quel che l’artista chiama cartelle, veri e propri cicli narrativi con particolari ritorni al passato. Così in alcuni lavori del 2000-2007 si potranno vedere approfondimenti di temi e linee già sperimentate nei primi anni ’80. Anche nelle ultime tele ritorna il pattern di geometrie umane affioranti dal colore, già intuite nel periodo del linearismo materico (1988-89). Ma la pittura di Ippoliti non è sempre fatta di ritorni e nostalgie. Né romantico né nostalgico, l’artista riprende dal passato segni ed allocuzioni. La ricerca dell’elemento classico, usando simboli che non sono simulacri ma metafora del presente. All’interno di un paesaggio onirico, sul quadro appaiono lettere, numeri, citazioni.
Il collage pittorico assembla fatti e circostanze diverse. La superficie è uno schermo bianco dove si proiettano i drammi e le gioie di un’intera esistenza.
La pittura di Ippoliti è sfida alle mode imperanti anche scontrandosi con le realtà del proprio tempo. Ma Umberto non si lascia condizionare da stili, mode, ricatti o necessità. Ma paga un prezzo sempre troppo alto per le sue scelte. La vita di Umberto Ippoliti è quella della gazzella in corsa, inseguita dal leone: corri, corri via lontano Umberto, non ti far prendere!
Lidia Reghini di Pontremoli